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da "FOLK BULLETTIN"

n. 194, luglio 2003

Tra gli effetti della salutare deflagrazione di generi musicali etnici e tradizionali che ha investito il nostro Paese nell’ultimo decennio, Ziringaglia è una piacevole realtà da seguire con particolare attenzione e affettuosa benevolenza.
Nati nel ’96 a Bari, sulla spinta del cantante chitarrista Kino Fiore, Ziringaglia si vota all’intelligente rimescolamento delle forme realizzando un trascinante gramelot musicale che, con radici culturali e sociali ben affossate in terra di Puglia, combina musica zingara, jazz, canzone d’autore, melodie popolari divertendosi e divertendo.
Cantati in italiano e in dialetto barese, i brani del loro ultimo lavoro “Stralunando” (tutti di nuova composizione) estremizzano le già convincenti intuizioni dell’esordio (“... meglio saltimbanco che un rango da curar” era del 1998), con una sequenza ben congegnata di suggestioni sonore in cui ritmica in tre tempi, fisarmonica, clarino e voce sono gli ingredienti base disposti per esaltare la parola, fulcro del progetto. Testi intelligenti e ironici, poesie, brevi racconti, che sono un inno all’esistenza, alla libertà, alla magia degli incontri.
Citando disinvoltamente Tom Waits, Buscaglione, De Andrè e Nino Rota, in un vorticoso, rutilante caleidoscopio di suoni che ubriacano, Ziringaglia interpreta con passione contagiosa una dimensione dello spirito prima ancora che di un’etnia o di un popolo. “Il mare è mio padre, la terra è mia madre, il cielo mi guarda e attende, non so cosa fare...”, dall’iniziale “Nell’attesa di partire”, la bruciante coscienza di un tempo offerto come possibilità. Proprio come la musica, che in Ziringaglia si muova sinuosa, avvolgente, erratica, incarnando profondamente il senso di questa nostra volatile contemporaneità.

Luca Ferrari

 


SONO ARRIVATI I SALTIMBANCHI

A partire dai primissimi anni novanta, la Puglia ha visto nascere una serie di band e di movimenti annessi alla musica come mai prima d'allora. Mentre nel Salento si moltiplicavano le dance hall, le feste reggae e i gruppi che riproponevano i canti della tradizone, in terra di Bari si dava maggiore importanza alle musiche di frontiera, alle contaminazioni. I Zigingaglia nascono in un periodo già piuttosto fertile e le loro esperienze musicali si intrecciano saldamente a quelle di altri gruppi operanti nel capoluogo pugliese. La loro offerta musicale però, si segnala subito come originale e coraggiosa.
Il primo lavoro della band, Meglio un saltimbanco che un rango da curar, risalente al 1997, per quanto acerbo faceva intravedere le potenzialità non ancora espresse. La musica dei Ziringaglia parte da una matrice bastarda: un incrocio di musiche provenienti da culture diverse, in un certo qual modo accomunate dal viaggio. Viaggio come scoperta ma anche viaggio come necessità. De Andrè, cantando dei rom, a proposito diceva: per la stessa ragione del viaggio, viaggiare. Ecco, le diverse ragioni del viaggio convivono nella musica del nuovo disco dei Ziringaglia: la musica klezmer, che ha accompagnato le mille diaspore degli ebrei dell'est, la scoppiettante musica in levare delle fanfare macedoni che in un attimo diventa lamento e melodia d'amore, i tanti canti della tradizione del mezzogiorno d'Italia. Stralunando segue le rotte di questi viaggi, che guarda caso cominciano sempre da un sud. Perciò durante l'ascolto ci si può imbattere in brani dal testo in dialetto sinti (Dojne Jana) o in altri cantati in dialetto pugliese (Passione Mancata); in fughe dal preciso accento balcanico, come la title-track, e in composizioni strumentali dalla lontana eco jazz; ma c'è anche Buscaglione ed una certa canzone d'autore. Il tutto arricchito da cantate lente e storie dai toni intimi e sussurrati.
Insomma il quadro che i Ziringaglia dipingono con la loro musica si regge su toni apparentemente contrastanti, come la voce di Kino Fiore, roca e bassa, e il leggero timbro di Mariagrazia Abatantuono, in un inseguirsi di virtuosismi tra il violino e la fisarmonica, i fiati e il pianoforte. Virtuosismi, per fortuna, mai fini a se stessi ma funzionali alle composizioni.
Nel libretto che accompagna il cd (autoprodotto ma distribuito dalla romana Storie di Note) si legge: "preferisco un fallimento alle mie condizioni che il successo alle condizioni degli altri" firmato Tom Waits. Sì, perchè nel modo di essere così spontanea e trasversale la musica dei Ziringaglia non può non ricordare il modo di fare musica di quel tizio nato sul sedile posteriore di un taxi.
Non sappiamo se la rotta intrapresa dai Ziringaglia sia l'unica possibile ma siamo certi del fatto che la malinconia di questo Stralunando non ci lascerà tanto facilmente. Ci terrà compagnia senza procurarci fastidio, ci renderà curiosi e forse anche più aperti nei confronti delle alterità.

si ringrazia Alessandro Della Queva per il contributo a questa recensione

Ilario Galati


da "RIVISTA ANARCHICA"

"Il gruppo pugliese Ziringaglia offre intrecci sonori: la loro musica non affonda e radici in un luogo ben preciso , ma cattura il rumore del viaggio, della strada, del movimento. Il cd d'esordio del gruppo ha per titolo, più che un titolo, un manifesto ad alta voce: Meglio saltimbanco che un rango da curar. Questa musica riflette e si riflette in una scelta di vita e di cultura ben precisa: un'attenzione alle storie e alla poesia popolare, ai racconti e ai canti della tradizione orale, all'espressione culturale vista dal basso, insomma, che assume quasi i contorni della venerazione propria degli appassionati più sinceri ed entusiasti. E questa cura per la dimensione umana e terrena del pensiero non chiude il gruppo nelle stanze senza finestre della rivisitazione virtuosistica: Ziringaglia fa volare la sua musica alta e libera nei grandi spazi della fantasia, del sogno, dell'immaginazione. Nessuna gabbia di genere che possa costringere questo suono, nessun ripensamento che rallenti il proseguire del cammino, nessun panorama immobile che si fissi negli occhi e nella mente. Possiamo immaginare questo disco come un diario di viaggio, ma sarebbe come intrappolare lo spirito in una fotografia, o in una descrizione statica. Più verosimile potrebbe essere il paragone con un mazzo di carte, di tarocchi meglio ancora, in cui le figure compaiono in successione sempre diversa e sempre in diversa relazione tra loro. E i tarocchi hanno la faccia del poeta Pablo Neruda e quella del vecchio zingaro Vlad, possono essere femmina o gatto o asino volante, il segno scritto mille e mille anni or sono nel libro sacro di Davide o quello mai fermato tra le pagine del libro mai scritto"

Marco Pandin


ZIRINGAGLIA - STRALUNANDO
(IL CAVALLO GIALLO / NUD, 2003)


27/02/2003

'il mare è mio padre/ la terra è mia madre/ il cielo mi guarda e attende/ non so cosa fare', con gli auspici della sorte, con un ritmo deciso ma aperto, con la melodia di 'una canzone che va barcolla sui vetri dei bar', si presenta 'Stralunando' il nuovo lavoro degli Ziringaglia.
Una musica che taglia il tempo come solo chi conosce l'attesa del partire sa fare: essere nel mondo senza essere del mondo, diceva qualcuno.
I suoni della Ziringaglia, apolidi come mai, si snodano come le parentele di una famiglia, le lingue senza un confine, la musica del duemila che parla anni trenta.

Forte si impone la lettura dei nuovi musicisti, compagni di viaggio, Aldo Grillo alle percussioni e Pippo Casamassima al contrabbasso, ma soprattutto chiaro si staglia l'estro di Giovanni Chiapperini, funambolo polistrumentista che si dimena tra batteria, fisarmonica e pianoforte, rendendo possibile la fusione di tutte le anime che abitano 'stralunando'.
Un plauso particolare va rivolto alle voci di Mariagrazia Abatantuono in continua evoluzione e di Kino Fiore decisamente più forte e convincente del precedente lavoro. A completare il cerchio citiamo il sempre verde e preciso Massimo La Zazzera (flauti e clarinetto) e il vulcanico Roberto Piccirilli (violino), che è maturato nella tecnica e nell'espressione del sentimento.

Segnaliamo i brani 'Una volta con Fred', 'Muzikantura' vero viaggio nel viaggio con i suoi delicati pattern armonici ed una fisarmonica dal respiro intenso, 'Il bieco vivere', simpatico swing freak, 'Se vuoi' delicata ballata intinta nella voce di Mariagrazia, 'Il passo sospeso del ritorno'.
'Stralunando' è un disco che cresce nel suo corso, come il vino, quello nero, rivela una decisa maturità espressiva e compositiva che, per chi scrive, parrebbe più evidente con una migliore gestione dei silenzi e dell'insieme corale cui preferiamo una più sospesa esiguità di note. 'Faremo del pensiero un'altra melodia…che tracci le sue forme e mostri come sia…trovarsi dentro un sogno…'

Giuseppe de Trizio


ZIRINGAGLIA - STRALUNANDO (NUD)

Il combo pugliese, continua a viaggiare tra le lande del mediterraneo, zigzagando senza meta come i rom. La musica dei Ziringaglia riporta ai suoni balcanici dove si incrociano ritmi klezmer e rom, come le musiche di Bregovic del film "Train de vie", dove i popoli più colpiti dal nazismo alla fine del film si incontrano per festeggiare con una miscela di suoni esaltanti e festanti.
I Ziringaglia, in questo secondo disco, dopo l'esordio di "...meglio saltimbanco che un rango da curar...", del 1998, ci avvolgono con i rimti ballerini ben miscelati con la melodia, soprattutto grazie alla voce particolarmente calda e suadente di mariagrazia abatantuono. I brani sono cantati in italiano e nell'idioma rom, Napoletano in "passione mancata" alternando il tango allo swing strumentale che mette di buon umore de "il Bieco vivere". "stralunando" ha il raro pregio di rilassare.

Vittorio Lannutti


UN OSCAR ALLA ZIRINGAGLIA...

Se il Fimu assegnasse un Oscar per la presenza scenica al festival, ebbene, quest'anno sarebbe andato sicuramente a Ziringaglia.
Veri animali da palcoscenico, dopo il loro primo affollatissimo concerto alla Scène de la République, è già stato chiesto loro di replicare, tout court, ad un altro festival in Francia in autunno. Suoni mediterranei e tradizioni rom, atmosfere tzigane, un tocco di kletzmer, qualche nota di swing e echi di melodie balcaniche in sottofondo, l'allegra sarabanda della Ziringaglia snocciola su palco il meglio di sé, con scenette esilaranti che si susseguono senza perdere mai di vista il filo conduttore dell'intero spettacolo: la musica. Solare, calorosa e coinvolgente, quanto sanno fare gli ottimi musicisti pugliesi, in alcuni casi dotati pure di una mimica eccezionale, che di questo concerto sono la vera anima. Il Cortile del Municipio è stato la scena del secondo spettacolo di Ziringaglia, stipato di pubblico seduto e in piedi che ha tributato al gruppo una meritatissima standing ovation al termine del concerto.
Formazione di taglio formidabile.

[http://users.libero.it/trad-arr/articoli.html]



ALCUNI ESTRATTI...

“Il gruppo pugliese Ziringaglia offre intrecci sonori: la loro musica non affonda radici in un luogo ben preciso, ma cattura il rumore del viaggio, della strada, del movimento.
Questa musica riflette e si riflette in una scelta di vita e di cultura ben precisa: un’attenzione alle storie e alla poesia popolare, ai racconti e ai canti della tradizione orale del mondo zingaro, all’espressione culturale vista dal basso, insomma, che assume quasi i contorni della venerazione propria degli appassionati più sinceri ed entusiasti. E questa cura per la dimensione umana e terrena del pensiero non chiude il gruppo nelle stanze senza finestre della rivisitazione virtuosistica: Ziringaglia fa volare la sua musica alta e libera nei grandi spazi della fantasia, del sogno, dell’immaginazione. Nessuna gabbia di genere che possa costringere questo suono, nessun ripensamento che rallenti il proseguire del cammino, nessun panorama immobile che si fissi negli occhi e nella mente.”

“…Il nomadismo si riflette nelle scelte musicali, che propongono sonorità popolari sapientemente mescolate a influssi rom e klezmer. C’è solo l’imbarazzo della scelta: la danza travolgente suscitata dall’incalzare della tammorra e l’ascolto sereno ed interiore degli strumenti acustici nelle loro caratterizzazioni più raffinate… è vero i sobborghi del mondo Ziringaglia diverranno presto metropoli di proficuo scambio culturale.”

“…un po’ Moni Ovadia un po’ Tom Waits, per le raucedini cercate su ritmi cadenzati. …Progetto dal grande fascino, quello degli Ziringaglia, ruffiano per scelta, malinconico per esigenze di poesia, decisamente convincente…”

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